
di Donatella Chieco
Lo scorso 11 luglio, l’Associazione di giornaliste GiULiA ha presentato alla Camera il libro “Donne, grammatica e media” di Cecilia Robustelli, docente all’UniMore e collaboratrice dell’Accademia della Crusca. Il manuale, rivolto a giornaliste e giornalisti, contiene indicazioni pratiche pe un utilizzo del genere femminile in riferimento a titoli professionali ed a cariche istituzionali.
In una lingua, come lo è l’italiano, dotata di due generi grammaticali, il maschile ed il femminile, l’attribuire al maschile un significato neutro ed il declinare a quel genere nomi femminili è morfologicamente scorretto.
L’Accademia della Crusca in collaborazione con amministrazioni comunali ed associazioni varie, da anni lavora nella direzione operativa del superamento delle incertezze grammaticali nell’adozione di un linguaggio di genere. All’interno di questa cornice, in Italia, il Comune di Firenze, ha avviato il progetto “Genere e Linguaggio“, dal costo di 34.480 Euro, mirato ad un adeguamento del linguaggio nella comunicazione amministrativa e che ha condotto di conseguenza alla pubblicazione delle “Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo“.
Pertanto, ai fini di una maggiore efficacia nell’odierna comunicazione istituzionale ed aziendale, sono ben graditi vocaboli come architetta, ingegnera, assessora, sindaca, presidente, chirurga, medica, ministra, giudice, senatrice, annoverati in questa sede come alcuni esempi di declinazione al genere femminile di professioni e ruoli istituzionali.
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