
di Antonio Catacchio
Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre, anche la città di Bari si mobilita. Così ieri pomeriggio nel cuore del passeggio e dello shopping, in via Argiro dalle ore 17, le donne dell’associazione “Un desiderio in comune” in collaborazione con l’associazione di commercianti Borgo Murattiano, hanno dato vita ad un flash mob per dire basta al dramma silenzioso del femminicidio. Tanti sono stati gli slogan che hanno accompagnato questo flash mob: “Ti amo da morire”, “Finchè morte non vi separi”, “La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti”, “Non è un paese per donne”. «Siamo contenti di offrire un nostro minimo contributo – dice Christian Bergamasco dell’associazione Borgo murattiano – e confidiamo che un’iniziativa nel momento di maggior afflusso, come quello del sabato pomeriggio, coinvolga quanta più gente è possibile».
Nella mattinata di oggi, invece, le associazioni Giraffa onlus e Veluvre hanno creato un percorso in cui è «Vietato calpestare»: per tutto il giorno sull’asfalto di tre isolati della centrale via Sparano di Bari sono state posizionate sagome femminili, e dalle 11:30, tredici donne hanno raccontato le drammatiche storie di altrettante donne violate, o meglio “calpestate”. Il percorso era articolato in tre aree tematiche: la violenza sessuale, la violenza in ambito multietnico e la violenza passionale. Cartelli appesi su manichini femminili incappucciati, senza volto, così come coperti erano i volti delle donne che hanno partecipato al flash mob, proprio a simboleggiare un tipo di violenza che spesso si consuma silenziosamente, una violenza le cui vittime “non hanno volto”, ma non per questo meno reale e crudele. All’iniziativa hanno aderito anche numerosi negozi del centro, che hanno esposto in vetrina cartelli per ricordare la giornata contro la violenza sulle donne e i tragici numeri del femminicidio in Italia. Sono 102 le donne morte dall’inizio del 2012, uccise per mano di un uomo, spesso vittime di una violenza nascosta che si protae per lunghi tempi tra le mura domestiche, inflitta dal marito, dal fidanzato, dall’ex, fino ad arrivare al tragico epilogo, all’omicidio.
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