
di Antonio Catacchio
Quella di Rehtaeh Parsons’ è una bruttissima storia, la sua foto è stata utilizzata qualche giorno fa per pubblicizzare su Facebook il sito di incontri Ionechat.com. Il volto della ragazza però era tristemente conosciuto alle cronache canadesi perchè appartenente alla diciassettenne canadese suicidatasi dopo aver subito violenza. L’amministratore delegato della “Ionechat.com”, Anh Dung, si è poi scusato dicendo: “Sono uno straniero, quindi non conoscevo la storia nè il nome della ragazza”, e ha poi rivelato che la foto è stata recuperata da Google in maniera del tutto casuale, per mezzo di un algoritmo. Naturalmente, dopo aver ricevuto le prima mail da parte di alcuni giornalisti, Anh Dung ha bloccato la sua piattaforma e ha eliminato la foto dello scandalo. Anche Facebook ha subito fatto sapere di aver oscurato qualsiasi annuncio pubblicitario della Ionechat.com.
Rehtaeh Parsons’ era una ragazza canadese che a 15 anni è stata violentata, durante una festa, da quattro ragazzi della sua stessa età, i quattro hanno anche fotografato il tutto. In seguito hanno fatto circolare il materiale fotografico tra gli studenti della scuola della vittima, che ha dovuto anche incassare gli insulti e le telefonate con esplicite allusioni sessuali dei suoi stessi compagni di classe. Questo, per Rehtaeh, è stato davvero troppo, così, due anni dopo dalla violenza, ha deciso di farla finita e si è tolta la vita impiccandosi nel bagno di casa. Solo in seguito a questo tragico gesto la polizia canadese ha deciso di indagare per capire i nomi dei violentatori di due anni prima, ma pare che le indagini abbiano portato solo ad un buco nell’acqua.
Anonymous, il collettivo internazionale di hacker, ha quindi di sua iniziativa setacciato i dati in rete e in poche ore è riuscito ad ottenere i nomi dei quattro colpevoli. Grazie all’intervento di Anonymous i ragazzi sono stati arrestati dalle forze dell’ordine che hanno riaperto il caso e potendo dare il via al processo.
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