
La direttiva “Bolkestein” dell’Unione Europea (emanata nel 2006, e recepita in Italia nel 2010), relativa ai servizi nel mercato europeo comune, ha l’obiettivo di facilitare la circolazione di servizi all’interno dell’unione europea, perché i servizi rappresenterebbero il 70% dell’occupazione in Europa, e la loro liberalizzazione, a detta di vari economisti, aumenterebbe l’occupazione ed il PIL dell’Unione europea.
Con poche regole generali, la direttiva è nata per semplificare le procedure amministrative, eliminare l’eccesso di burocrazia, sviluppare la libera circolazione dei servizi, armonizzare le legislazioni dei paesi membri, soprattutto a tutela dei consumatori. Ma in realtà essa si sta dimostrando un fallimento su vari aspetti. Di fronte alla liberalizzazione del settore del commercio, e tenendo presente anche gli ambulanti che sono oltre i 160 mila a livello nazionale (di cui circa ai 10mila operanti nei mercati regionali), oggi più che mai risulta vitale intervenire per tutelare un comparto che dovrebbe essere escluso dall’applicazione della Bolkestein. Perché qualora non si verificassero opportune modifiche alla norma, il rischio sarebbe che migliaia di famiglie che si sono sacrificate con impegno per intere generazioni, contribuendo ad incrementare l’economia locale e pagando le tasse, sarebbero lasciate senza lavoro. Per questo a tutt’oggi la protesta degli ambulanti continua forte a far sentire la propria voce.
È urgente che la norma nazionale garantisca i diritti degli ambulanti con una deroga alla direttiva europea, per evitare che vengano messi a bando i loro posteggi. E’ necessario anche preservare i diritti di anzianità e professionalità del settore del commercio su aree pubbliche nelle procedure di rinnovo delle concessioni, salvaguardando un settore che svolge da tempo incalcolabile un ruolo e una funzione economica e sociale importantissima sul territorio.
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