
Leo Longanesi, giornalista, editore, disegnatore, elzivirista e umorista italiano, non è di certo entrato nella storia grazie ad uno dei suoi più famosi aforismi come: “Non è la libertà che manca in Italia. Mancano gli uomini liberi.” oppure ancora “Tutto quello che non so, l’ho imparato a scuola“.
Eppure, è spesso solo grazie a questi che oggi viene sporadicamente o erroneamente ricordato da qualcuno.
E’ davvero difficile pensare che un uomo vissuto tra la prima e la seconda guerra mondiale, testimone della dittatura fascista, abbia potuto coniare delle espressioni talmente cariche di positivismo, ma questo, a pensarci bene, già da sè spiega tante cose del nostro secolo, più che di quello passato.
Molto spesso capita di imbattersi in un testo che contiene il suo nome, o ancora più semplicemente molti leggono i suoi aforismi, e così sentono di essere parte di un pensiero giusto, corretto e sacrosanto, a cui associarsi condividendolo, ma di fatto, molto spesso, pochi riescono a cogliere il senso di ciò che questi aforismi rappresentano.
Ecco come un uomo deceduto più di cinquant’anni fa, dimostra a distanza di anni, di aver individuato alcuni dei tratti caratteristici incontrastabili del nostro essere italiani, tratti inconfondibili che ancor oggi rivivono in quel che sarà il sempeternito moto dell’ andare e venire nel modo d’essere, come quello delle onde che bagnano la penisola.
Tutti auspicano la rivoluzione, per spodestare i governanti, per professare un giusto cambiamento, per creare un mondo migliore non privo di ideali da rispettare e da far rispettare, ma ahimè, pochi si distinguono dai chiacchieroni e dagli egoisti che se avessero conosciuto una realtà post-rivoluzionaria, avrerebbero scoperto in breve d’essere stati i primi ad essere privati finanche delle cose più strette e necessarie, come la libertà di pensiero e di parola.
Nel nostro paesone, ben pochi sanno come organizzare una rivoluzione intellettuale, e di questi, nessuno è assoggettato ad un timore reverenziale proveniente da un’inesistente forza occulta.
Quel timore, dovrebbe essere chiamato ignoranza assoluta; ma molti non condividerebbero proprio perchè spesso quando qualcuno indica la luna, la maggiorparte di chi guarda riesce a vedere solo il dito!
Non resta allora che ricordare, evidenziare ed esaltare l’aforisma principe di Longanesi, che farà sempre di quest’uomo un eterno mito indiscusso d’Italia:
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“Non è la libertà che manca in Italia. Mancano gli uomini liberi.”
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