di Carmen Laruccia
“Inchiostro di Cina” è il titolo dell’intervento partecipato, organizzato da Caratteri Mobili in occasione del Festival del giornalismo della giornata del 28 luglio 2012, che ha visto il giornalista Paolo Longo, corrispondente RAI in Cina, alle prese con la spiegazione del sistema cinese, in un dialogo aperto, con gli altri ospiti della serata, gli imprenditori Angela D’Onghia, Carmelo Rollo, Giovanni Cassano e con la conduzione del noto giornalista RAI Costantino Foschini.
Ne emerge un quadro non confortante; una crisi che colpisce anche quelle zone e che fa diminuire la produttività: in un anno, dal 17% al 12 %, una esternalizzazione della mano d’opera che si dirige verso il Bangladesh, il Vietnam, verso altri paesi poverissimi, dove il costo del lavoro è ridotto a niente, un’industria nazionale che investe fortissimi capitali sulla costruzione di rete ferroviarie ad alta velocità, ma che delude sulle prestazioni promesse.
Un sistema corrotto ma con intenzioni virtuose: acquistare il know how occidentale! Questo vuol dire acquistare intere aziende, le preferite sono quelle francesi e quelle tedesche, dall’Italia vengono acquistate attrezzature per l’industria manifatturiera e la produzione di calzature, il sogno resta sempre quello e si chiama Ferrari!
In Cina i ragazzi studiano sui libri dell’Università di Havard, molti di noi non lo penserebbe possibile, questo mostra come questo Paese sia per noi ancora una terra non svelata, dove l’Italia non gioca alcun ruolo, le aziende che investono non fanno sistema, i tentativi di apertura di nuovi mercati sono falliti miseramente per colpa delle distanze .… utopico pensare di aprire due soli uffici di rappresentanza e smistamento, in un territorio così esteso.
Le banche si muovono nella stessa direzione indicata dalla politica nazionale, se la linea di Governo è quella di investire, le banche elargiscono finanziamenti cospicui anche nel giro di qualche giorno, così avviene anche per le informazioni alla popolazione; tutte le notizie, per disposizione del Governo, passano da un’unica agenzia di stampa che con tutta evidenza mostra solo quello che il sistema politico vuol fare vedere. Con i social network si è riusciti ad aprire il varco, a comunicare, a far conoscere le diverse prospettive, anche solo a far sapere alla gente che un avvenimento si è semplicemente svolto, laddove altrimenti sarebbe occultato dal Governo.
E i diritti umani ?
Dino Mangialardi, portavoce di Amnesty International, ospite della serata, afferma che generalmente il riconoscimento dei diritti umani va di pari passo con l’economia, società floride concederebbero maggiori diritti ai consociati, ma questo non accade per la Cina, Paolo Longo racconta di diritti negati, di una borghesia che con forza lotta almeno per il diritto ad una vita salubre, lontana dall’inquinamento. In alcuni territori, un cinese su tre ha il cancro.
La Cina alla fine appare come un gigante dai piedi di fango, terra di investitori e visionari, una superpotenza già bruciata dal costo dei salari e dalla crisi dei consumi.
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