
di Claudio Santovito
La seconda opera di Danilo Scastiglia (Chieti, classe ’72), “Mosaico” – Giovane Holden Edizioni – costituisce un’eccellente antologia di racconti dalla spiccata sfumatura erotica (ma mai volgare) che si estrinseca attraverso uno stile asciutto e diretto, privo di arditezze linguistiche. L’erotismo disinibito delle storie descritte (molte delle quali hanno per protagoniste delle donne) si miscela con una visione attenta e intimistica della vita, delle sue mille sfaccettature e del riflesso che queste proiettano sulla gente comune, vero e proprio punto focale della produzione letteraria di Scastiglia. Il racconto “I Fantastici quattro”, tratto da Alchimie (la sua opera prima), è stato appunto premiato al “Concorso Internazionale di Poesia, Prosa e Arti figurative” di Cinisello Balsamo in quanto “l’autore descrive come scorre la vita quotidiana dei nostri giorni dove incomprensioni, speranze, innamoramenti, tradimenti si consumano e quando sembrano esaurirsi si ripropongono di nuovo. E fortunatamente non tutto ritorna noiosamente da capo ma qualcosa di positivo germoglia e vive…”. Tra i vari riconoscimenti ricordiamo anche il Leone di Teofilo Colombini come primo classificato al concorso “Voci 2011” con il racconto “Destini”, poi segnalato nell’antologia “Il lancio della penna 2011”. Numerosi suoi racconti vengono inseriti in importanti antologie, quali “La notte del peccato” e “Decamerone 2010”. Mosaico è stato finalista al Concorso “Premio La rosa d’eventi” Isola di Ustica 2012. Abbiamo intervistato lo scrittore per conoscere qualche curiosità relativa alla sua produzione letteraria.
Sei tornato in libreria dopo cinque anni. È vero che bisogna diffidare di chi sforna un libro all’anno?
R. Io ho seguito una strada del tutto anomala e particolare. Mosaico viene dopo Alchimie, ma per mia scelta ho voluto in entrambi i casi autofinanziarmi e distribuirmi per non sottostare alle regole non scritte delle case editrici. Diciamo che Mosaico ha vinto la mia battaglia personale perché ora è stato pubblicato da una casa editrice di Viareggio, la Giovane Holden Edizioni, che ha apprezzato il mio romanzo e lo ha voluto distribuire con il codice ISBN. Sono favorevole a chi sforna un libro all’anno solo se non fa una copia del precedente ma se è sempre innovativo e originale!
Le donne costituiscono il fondamento di “Alchimie” e “Mosaico”. È più facile per uno scrittore parlare di donne piuttosto che di uomini?
R. Credo che le donne siano la vera linfa delle mie storie, la donna vede sempre da un’altra angolazione più romantica, più passionale, più viva. Molto spesso gli uomini vengono tacciati di essere solo gretti, ho cercato di parlare anche di uomini gentili, romantici e dai bei modi. Direi un bel mix di personaggi che assieme creano delle storie piene di azione e situazioni interessanti.
La scelta di voler strutturare il libro in storie brevi – sebbene collegate tra loro da un fil rouge – piuttosto che raccontare un’unica storia rispecchia l’assioma di base di Mosaico, brevi e fugaci tasselli di esistenza che si uniscono appunto in un grande mosaico?
R. In molti mi hanno fatto i complimenti per questa scelta. Forse perché in un racconto definito breve riesco a dare forza e ad essere molto incisivo e chi mi legge apprezza proprio l’incalzare della storia che non si protrae per duecento pagine. Non disdegno di volermi cimentare prossimamente in un romanzo unico ma per ora il format è positivo. Mosaico è formato da otto racconti in cui attraverso dei piccoli puzzle cerco di creare un vero e proprio mosaico che vanno a descrivere e formare l’uomo o la donna attraverso le varie storie.
Il tuo rapporto con l’Eros e il mondo del sesso.
R. Nei miei racconti c’è eros. Perché credo che la vita è fatta di situazioni erotiche e di rapporti tra individui di sessi opposti. Non uso vocaboli volgari ma con un certo garbo e stile utilizzo parole consone per descrivere una situazione a due. La passionalità ed il sesso fanno parte della quotidianità di tutti noi. Ognuno è libero di professarla a proprio modo nelle pratiche più piacevoli possibili.
Essere “scrittore” è un lavoro, uno status symbol o una missione?
R. Essere scrittore è lavoro, dedizione, passione, voglia di mettersi in gioco, missione e presunzione di voler parlare e confrontarsi col mondo intero. Di sicuro c’è bisogno di tanta costanza e testardaggine per perseguire il proprio sogno. Confermo che sono molto testardo.
Una domanda che – essendo del mestiere – rivolgo sempre ai colleghi scrittori: qual è a situazione dell’editoria in Italia?
R. Credo che sia complicata ma non deludente del tutto. Penso che ci sono tante case editrici interessanti che puntano più sulla qualità che non sulla quantità di titoli prodotti solo per avere il solito contributo economico dall’autore. Un consiglio che voglio dare a chi si imbatte in questo mondo magico, perché è magico per chi scrive, è di non sottostare da subito alla richiesta della casa editrice di compensi. Pensate a far sì che il vostro manoscritto sia valutato correttamente e valorizzato come è giusto che sia. Sembrerà strano a tanti, ma dietro ad un libro di qualsiasi genere scritto c’è passione, dedizione, sacrificio, cuore, anima e fantasia che l’autore mette dentro quelle pagine… Non mollate e credete nel vostro sogno!!!
Ringraziamo Danilo Scastiglia per la sua disponibilità con il Corriere delle Puglie e gli formuliamo i nostri migliori auguri per tutto.
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