
di Redazione
I cannabinoidi aiuterebbero a combattere il cancro al pancreas annientando le cellule interessate. È questo il clamoroso esito di uno studio tutto italiano, portato avanti dal team di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita e della Riproduzione dell’Università di Verona (vai al sito).
Secondo quanto scoperto dagli studiosi, i principi della cannabis, legandosi ai recettori cannabinoidi CB1 e CB2, presenti nel cervello e nel sistema nervoso centrale, inibirebbero il processo di crescita delle cellule che formano il tumore, impedendo, in pratica, che lo stesso si diffonda nel resto dell’organo. Questo processo avviene in vari modi: per autofagia, arresto del ciclo cellulare o apoptosi.
Ecco dunque arrivare una notizia che potrebbe dar vita a scenari medici inaspettati, in quanto la cannabis, anche considerata esclusivamente per la sua funzione terapeutica, nel nostro Paese ha molte difficoltà ad imporsi, anche se alcune regioni stanno pian piano inserendola nei propri sistemi sanitari regionali; e proprio la Puglia è tra le pioniere in Italia, essendo stata la seconda regione dopo la Toscana ad aver appunto accettato la cannabis terapeutica come cura per i malati terminali.
Questa scoperta, molto importante in quanto conferma l’efficacia delle qualità terapeutiche dei principi attivi della cannabis, potrebbe forse accelerare il processo di completa accettazione dei suoi derivati in chiave medica direttamente a livello nazionale, senza così proseguire con una moltitudine di leggi a livello locale e non uniformi tra loro.
All’estero inoltre si sta nel frattempo andando avanti in un processo di legalizzazione di produzione, vendita e consumo dei prodotti contenenti derivati della canapa per scopi terapeutici. In Italia la situazione è un po’ diversa. Esistono regioni che hanno emanato leggi volte alla legalizzazione della cannabis per usi medicinali, ma queste leggi sembrano ancora lontane da un’effettiva attuazione.
Il dibattito, dunque, pare ancora piuttosto fermo, anche se qualcosa sembra muoversi invece per quel che riguarda le coltivazioni di cannabis con percentuali di principio attivo pari allo zero (un tipo di canapa da cui si possono ricavare tessuti, materiale edilizio, alimenti e tanto altro). In Puglia, in particolar modo nel brindisino, sembra essere cominciata una vera e propria corsa alla coltivazione, con il valore aggiunto della creazione di nuovi posti di lavoro. D’altra parte, coltivarla è semplice: tutto ciò che occorre è un pezzo di terra e semi di canapa come quelli femminizzati, acquistabili anche su internet su siti come questo. L’indotto che genera questo settore è enorme e in continua espansione.
Facebook
Twitter
Pinterest
Instagram
Google+
YouTube
LinkedIn
Tumblr
RSS