
di Claudio Santovito
Una delle curiosità da cui spesso sono sopraffatti i cinefili è quella legata ai film che hanno registrato maggior successo al botteghino. Da una speciale classifica stilata dal sito movieplayer.it, scopriamo come in Italia la top ten sia guidata da due registi di successo ma lontani nel genere, vale a dire James Cameron e Gennaro Nunziante. In testa troviamo Avatar, film del 2009 con un incasso pari a 65.666.319 euro, seguito da Titanic, altro kolossal straripante targato 1997 con il bel Di Caprio che ne frutta ben 50.217.865. Medaglia di bronzo per Sole a catinelle e Che bella giornata, diretti da Nunziante con Checco Zalone devastante mattatore, rispettivamente con 43.795.442 (ancora in sala e in ascesa) e 34.540.148 euro di incasso. Al quinto posto (davvero un peccato vederlo dietro Checco Zalone, ma almeno il comico capursese ha avuto l’umiltà di chiedere scusa al Maestro) La vita è bella, probabilmente uno dei film più riusciti dell’accoppiata Benigni-Cerami tanto da fruttare ben 3 Oscar (migliore colonna sonora targata Nicola Piovani, miglior film straniero e miglior attore protagonista). Era il 1997, forse in Italia i multisala non erano così diffusi come oggi e la spinta derivante dalla rete non accompagnò adeguatamente la storia di Guido Orefice e del piccolo Giosuè. Ma come tutte le opere d’arte, probabilmente la sua “fortuna” (nel senso latino) sopravviverà agli stessi autori. Se non altro, La vita è bella figura come il film italiano con il maggior incasso della storia avendo incassato 229.900.000 dollari in tutto il mondo ed è secondo in graduatoria fra i film non di lingua inglese più visti negli USA dopo la pellicola taiwanese La tigre e il dragone.
Seguono due film del 2010: Alice in Wonderland (30.385.172€) diretto da Tim Burton e Benvenuti al Sud di Luca Miniero con l’accoppiata vincente Bisio-Siani che ottiene ben 29.873.491€ al botteghino. Ultimi tre posti per L’era glaciale 3-L’alba dei dinosauri di Carlos Saldanha (2009, 29.694.180 euro), lo splendido Codice da Vinci di Ron Howard, che nel 2006 sbancò con 28.678.463 euro, con l’ormai leggendario professor Langdon intento a destreggiarsi tra i meandri di Parigi e Rennes-le-Château a caccia delle spoglie mortali di Maria Maddalena e Chiedimi se sono felice, interpretato dai tre simpaticissimi Aldo, Giovanni e Giacomo che nel 2000 totalizzarono ben 28.458.894€ di incassi.
Nei successivi dieci posti, ben tre cinepanettoni: Natale a Rio, Natale a New York e Natale sul Nilo. Non male il triplete di Leonardo Pieraccioni, con Il Ciclone (1996, 28.085.461€), Fuochi d’artificio (1997, 25.878.172€) e Il Paradiso all’improvviso (2003, 24.954.192€). Degni di nota Benvenuti al Nord di Miniero (2012, 27.178.307€), Pinocchio di Benigni (2002, 26.197.231€), Harry Potter e la pietra filosofale di Chris Columbus (2001, 25.266.393€) e Madagascar 2 di Eric Darnell del 2008 (25.091.565€).
Numeri importanti che evidenziano i gusti cinematografici in Italia: film leggeri, risate assicurate o kolossal di successo. Ma la vita di un film, oggi, non si esaurisce solo nelle sale: immediatamente dopo c’è l’uscita in dvd (spesso ricchi di contenuti extra come interviste, back stage, ecc.), prima ancora del passaggio nelle canoniche reti televisive. Secondo i dati diffusi dall’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) relativi all’anno 2012, “lo stato del cinema nazionale è alle prese con un grande cambiamento, dovuto principalmente alla trasformazione del sistema di fruizione delle opere cinematografiche e alla crisi economica generale“. Infatti, dal rapporto finale apprendiamo che lo scorso anno “gli 87 milioni di euro di agevolazioni fiscali utilizzati dai 79 film italiani che nel 2012 hanno usufruito della normativa per il tax credit, sono stati la vera leva su cui ha fatto conto la produzione italiana del 2012. Per i 166 film di nazionalità italiana prodotti in totale nel 2012, infatti, sono stati investiti 337 milioni di euro, con un incremento dell’1,07% rispetto all’anno precedente, che in tempi di crisi economica conclamata, dimostrano una sostanziale tenuta del settore per quanto riguarda il versante finanziario della produzione”.
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