di Ricky Violante
Dall’inizio del 2015 fino al mese di aprile, 21.000 persone sono emigrate dal proprio Paese ed hanno raggiunto le coste italiane. In Italia la parola integrazione è un tabù che negli ultimi anni si è allargato a dismisura, tuttavia il Cinema, la Storia e persino il Calcio insegnano che l’integrazione è una risorsa infinita per la crescita di un Paese e che l’unione di diverse culture rappresenterebbe, finalmente anche per l’Italia, l’alba di una nuova società. Si giunge al paradosso: è l’Italia stessa che, con l’emigrazione dei secoli XIX e XX, ha contribuito a formare parte di una nuova società multietnica, soprattutto in Nord America e Sud America.
Il Cinema giunge in soccorso per testimoniare la prolificità dell’unione delle due culture: Robert De Niro (figlio di padre di origini italiane e madre americana), Martin Scorsese (figlio di migranti siciliani), ma anche Al Pacino, Brian de Palma, Francis Ford Coppola, Sylvester Stallone e tantissimi altri, tutti figli dell’integrazione di due diverse cognizioni intellettuali. Anche il Calcio testimonia la potenza dell’integrazione: nel 1905 un gruppo di ragazzi, figli di emigrati genovesi in Argentina, fonda il Boca Juniors, uno dei più importanti club della storia del calcio (ed è solo uno dei club fondati da italiani in America). Sono solo alcuni esempi che possono dimostrare che, nell’emergenza immigrazione in Italia, l’integrazione non potrà mai essere un problema, ma, forse, può rappresentare una delle soluzioni ed essere una formula vincente.
Arte, cultura e spettacolo
Da Scorsese al Boca Juniors: il paradosso dell’integrazione in Italia
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