
di Emanuele Saponieri
Miracolo Leicester. O, se preferite, miracolo Ranieri. Ad ogni modo, quel che è certo è che dopo 14 giornate questa squadra non è più una sorpresa e divide la testa della classifica con il ben più quotato Manchester City.
Eppure, quando la scorsa estate il patron thailandese aveva annunciato l’arrivo in panchina del tecnico romano, non tutti facevano i salti di gioia. L’ex allenatore di Juventus, Roma e Inter, tra le altre, era infatti reduce da una disastrosa esperienza sulla panchina della nazionale greca (non che il suo successore abbia fatto meglio..).
Adesso, invece, i tifosi sognano in grande, Ranieri è il loro nuovo idolo e gran parte del merito dei successi della squadra è suo: un gioco spumeggiante, grande qualità e i gol di Vardy, a segno per l’undicesima partita di campionato consecutiva, con tanto di record strappato a Ruud van Nistelrooy.
Ecco, appunto, Jamie Vardy, una delle brillanti idee di mister Ranieri: il nazionale inglese, uno che si è “fatto le ossa” nelle categorie minori, è stato scoperto punta centrale proprio dal nuovo allenatore, dato che fino alla scorsa stagione giocava da ala o seconda punta. L’altra grande intuizione del tecnico romano è stata spostare l’esterno Albrighton sulla fascia sinistra per dar fiducia, sulla fascia opposta, a Riyad Mahrez, un mancino naturale temibilissimo se parte da destra e si accentra calciando verso la porta: non è un caso che abbia già siglato due doppiette in questa stagione.
Gli accorgimenti tattici di Ranieri hanno certamente portato grandi frutti al Leicester, una squadra costruita per ottenere una tranquilla salvezza e che invece si ritrova proiettata al vertice. Sicuramente il campionato è ancora lungo, non si è ancora giunti nemmeno al giro di boa: ma i tifosi, senza illusioni, provano a sognare in grande. E sognare, d’altronde, non costa nulla. Ma insieme a loro sogna, anche, proprio Claudio Ranieri, un allenatore che in carriera ha ricevuto troppe critiche ingiuste: per il sogno da coronare la strada è ancora molto lunga, il tempo della vendetta, però, è già cominciato.
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