
Chieste le dimissioni del Governatore lombardo: Roberto Maroni
Lombardia: Sanità, Politica e Tangenti
Per fare affari alle spalle dei pazienti, avevano scelto l’etichetta perfetta: «Odontoiatria sociale». Ma dietro c’era ben altro. C’erano appalti truccati e funzionari compiacenti. Ambulatori privati che si sono insediati in strutture pubbliche, fornendo cure dentali scadenti. E tutto grazie ad appoggi politici, e a un sistema di corruzione che ancora una volta chiama in causa gli uffici della Regione. Sono queste le accuse – precise e pesanti – che hanno aperto l’ennesimo squarcio in Lombardia all’incrocio tra sanità, politica e tangenti.
Indaga la Procura di Monza
A muoverle è la procura di Monza, con un’inchiesta chiamata «Smile». E con 21 ordini di custodia cautelare, eseguiti ieri. Imprenditori, funzionari, politici. Due nomi su tutti. Quello di Fabio Rizzi: varesino, ex senatore e attuale consigliere regionale della Lega Nord, presidente della Commissione regionale Sanità, braccio destro del governatore Roberto Maroni. E quello di Mario Longo, imprenditore vicino a Rizzi stesso.
MONOPOLIO DENTALE
La figura centrale è però Maria Paola Canegrati. Monzese, 54 anni, vera e propria signora dell’odontoiatria privata in Lombardia. Secondo l’inchiesta era lei – con le 13 aziende della sua Odontoquality Holding – a corrompere Rizzi e Longo, a fare pressioni sui dirigenti delle diverse aziende ospedaliere, ad ottenere spazi e clienti negli ospedali pubblici per i suoi ambulatori privati. «Le gare erano puramente formali», ha confermato il procuratore aggiunto di Monza Luisa Zanetti, che ha coordinato le indagini insieme al pm Manuela Massenz.
Un vero monopolio quello che emerge nelle 200 pagine dell’ordinanza. Dal 2004 in poi, Odontoquality – grazie a diverse aziende tutte collegate – mette le mani su 28 appalti pubblici tra Milano e la Lombardia. Quattro riguardano l’ospedale Niguarda, per 34 milioni di euro totali. I bandi di Desio e Vimercate valgono in tutto 107 milioni, quelli per gli Istituti Clinici di Perfezionamento (in varie sedi) arrivano a 45. Il risultato è un giro d’affari di 400 milioni di euro.
Scosse all’interno della Lega Nord
L’indagine nasce dalla segnalazione del funzionario di un’azienda ospedaliera. E passa per tante intercettazioni. Gli inquirenti hanno ricostruito i flussi delle mazzette, dalle aziende della Canegrati fino agli uffici della Regione. L’imprenditrice avrebbe finanziato per intero la campagna elettorale di Rizzi per le regionali regionali 2013. Ma per il consigliere leghista e per Mario Longo ci sarebbero state altre tangenti. Una singola da 50 mila euro. E altre consegnate alle mogli dei due amici: Lorena Pagani e Silvia Bonfiglio. Le due donne sono finite a loro volta agli arresti domiciliari. Avevano costituito un’azienda chiamata Spectre srl ed erano diventate socie – dentro la Sytcenter srl – proprio di Maria Paola Canegrati. «Per il bene suo, della verità, della Lega e dei cittadini della Lombardia, il consigliere Fabio Rizzi è sospeso dalla Lega Nord», ha annunciato in serata il segretario Matteo Salvini. E nemmeno il presidente della Regione Roberto Maroni ha davvero difeso il proprio fedelissimo e si è detto «incazzato, offeso, deluso».
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