
E’ terminata domenica 10 aprile, l’edizione 2016 del Festival Internazionale del Giornalismo che quest’anno ha festeggiato il decennale con un ricchissimo programma di eventi, workshop ed incontri.
“Un Festival in continua crescita e dallo spirito sempre più internazionale”, con queste parole si sono espressi in conferenza stampa i fondatori dell’evento: Arianna Ciccone e Christopher Potter. “Molti speakers giunti a Perugia per #ijf16, hanno speso commenti positivi, definendolo il miglior evento giornalistico al mondo” – ha aggiunto la Ciccone. La novità di quest’anno per gli stessi speaker è stata la scoperta delle bellezze del territorio, una promozione culturale ed artistica di Perugia. Cinque giorni in cui il capoluogo umbro si è trasformato in un luogo di confronto fra le diverse voci dell’informazione e della cultura. Sono state inoltre privilegiate le voci dei giornalisti free-lance piuttosto che dei direttori di testate. Al di là dei grandi nomi, il pubblico ha seguito con grande successo anche quei volti dell’informazione meno conosciuti, poichè già nelle precedenti edizioni si era capito che il pubblico è interessato soprattutto ai contenuti, ai nuovi linguaggi, alla sperimentazione e ai social network, che sono il vero motore dell’informazione.
Giornalismo e social
La piattaforma del festival è stata senza dubbio Twitter che ha trasmesso in streaming gli incontri. Gli eventi più seguiti online sono stati il talk sula libertà di informazione di Peter Greste (pluripremiato giornalista e corrispondente australiano per Al Jazeera English) e “Raqqa in Being Slaughtered Silently”, un incontro con Abdalaziz Alhamza e Hussam Eesa, due giovani attivisti siriani che hanno raccontato l’attività del gruppo RBSS, da loro fondato, per divulgare i massacri dell’ ISIS in Siria. Tra gli eventi più importanti citiamo “The Millenials: inseguendo e costruendo le nuove comunità online” e “Da Twitter al Teatro, nuovi linguaggi giornalistici”. In merito al primo forum, testate e piattaforme news tentano sempre più di creare una relazione con un pubblico giovane attraverso i social network, ad esempio la BBC su Instagram e la CNN su Snapchat. Twitter e Facebook stanno diventando canali per instant article, inseguendo i lettori nelle loro reti sociali quotidiane. Tv, radio e giornali sperimentano invece forme di civic journalism che alimentano il dibattito pubblico favorendo identità localizzate, costruendo community. La costruzione di una comunità di lettori è un processo di trasformazione che riguarda i formati, i linguaggi e le logiche di distribuzione.
Antonella Di Lazzaro direttore media Twitter Italia ha spiegato come il microblogging sia il primo social dell’informazione italiana ad avere più cura per gli aspetti sociali e sociologici delle community. Per quanto riguarda il secondo incontro, Beppe Servergnini e Stefania Chiale conduttori della tramissione Rai “L’erba del vicino” hanno parlato del ruolo del giornalista come ricercatore di notizie ma, soprattutto, dei nuovi linguaggi emergenti del giornalismo. Servegnini ha asserito a questo proposito che il fenomeno all’avanguardia non oscura i vecchi linguaggi ma li adatta al modo di fare giornalismo oggi. Un occhio di riguardo alle forme di espressione del passato è sintomo di umiltà secondo il giornalista del Corriere della Sera: la sperimentazione, applicata alle forme piuttosto che ai contenuti, affonda le radici nelle regole del passato. “Avevamo pochi mezzi prima, ma molta fantasia; ora abbiamo tanti mezzi, ma la fantasia scarseggia” ha dichiarato Severgnini. Il pubblico, invece, è sempre disposto alle novità, ad esempio immergendosi nella cronaca nera attraverso lo storytelling o nella politica con il teatro. Infine, l’editorialista del Corriere ha fornito otto consigli ai professionisti dell’informazione: 1. siate assidui, non abitudinari; 2. siate originali, non scontati; 3. siate spontanei, non impulsivi; 4. siate stimolanti, non petulanti; 5. siate utili, non indispensabili; 6. siate precisi, non pignoli; 7. siate curiosi, non egocentrici; 8. siate attenti, non permalosi.
L’International Journalism Festival ha registrato un successo sui social molto importante: sono stati infatti 335mila gli accessi per i video del canale YouTube (dati aggiornati al 9 aprile), 7mila ore di visualizzazione dal vivo e on demand e 12mila visualizzazioni in diretta streaming; l’hashtag #ijf16 ha prodotto circa 50mila tweet dal 6 al 10 aprile, provenienti da 10mila utenti dei cinque continenti. Una curiosità: la foto al tramonto di Fedez sulla terrazza di Viale Indipendenza ha registrato 61mila ‘like’. La fascia di pubblico più ampia che ha interagito con la pagina fan ufficiale del Festival, è costituita da donne tra i 25 e i 34 anni (il 24% dei fan) e la maggior parte degli utenti si è connessa attraverso dispositivi mobile. Tra la novità di quest’anno, ijf16 ha offerto un servizio di live news su Telegram, con un BOT creato per l’occasione che ha ricevuto un totale di 2500 richieste. Si pensa già all’edizione 2017: Il Festival Internazionale del Giornalismo tornerà infatti a Perugia dal 5 al 9 aprile prossimi.
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