
La Pasqua per i cristiani, simboleggia la resurrezione di Gesù Cristo. Ma gran parte dei simboli cattolici hanno nascosto od oscurato molte antiche simbologie pagane.
Nell’Europa del nord ad esempio, il termine inglese per Pasqua (Easter) si riallaccia agli antichi culti celtici dove all’approssimarsi della Primavera si festeggiavano riti pagani nei quali si celebrava per ingraziarsi la fertilità dei campi la dea Eostre, divinità legata al sole, al calore, alla rinascita, al rinnovamento. La dea era collegata all’equinozio di primavera che infatti i celti chiamavano “Eostur Monath” e in seguito “Ostara”. In Germania nella domenica di Pasqua, i bimbi vanno alla ricerca di uova nei giardini delle case nascoste dal “coniglio pasquale”; mentre in Inghilterra fanno rotolare sulla strada uova sode variopinte, sino a che il guscio non si rompe. Anche questa tradizione si rifà al ricordo dell’antico culto druidico quando ci si scambiava le uova portatrici di fertilità sotto un albero che era ritenuto sacro. L’uovo assurge così ad importante talismano di vita, prosperità e fertilità, così come anche testimoniato dalla bellissima e preziosa produzione di uova di porcellana laccate nell’antica Russia e in vari paesi dell’est.
L’idea del sacro uovo si è trasmutata nel tempo, basti pensare all’uovo cosmico filosofale, a quello alchemico di Ermete Trismegistro, a significare il coronamento della Grande Opera. Una leggenda narra che all’imperatore Tiberio una donna offrì in dono un uovo il cui guscio diventò rosso al cospetto dell’imperatore. Quella donna era la Maddalena, e l’arrossarsi dell’uovo stava a dimostrare l’avvenuta resurrezione del Cristo. Da qui la tradizione di scambiarsi uova pasquali. Strettamente connesso con i rituali legati alla rinascita è la tradizione pasquale di accendere grandi falò: un vero e proprio rito purificatorio in cui sovente nelle campagne si esorcizza il male bruciando effigi e fantocci di paglia (chiamati “Giuda“).
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