
È successo di tutto nel turno preliminare dei play-off tra Bari e Novara valevole per il passaggio in semifinale: i biancorossi rimangono a guardare i piemontesi per 70 minuti che fanno 0-3 sotto gli occhi increduli dei 22 mila presenti al San Nicola. La curva nord diserta il petalo centrale innalzando cori di protesta e il Bari si sveglia: 3-3 nel giro di 20 minuti e tempi supplementari come da regolamento. Ai pugliesi basta gestire anche questo risultato forte del miglior piazzamento in classifica e della superiorità numerica causata dell’espulsione di Dickmann nel corso del primo tempo supplementare. Ma sono i piemontesi a prevalere grazie ad un colpo di testa ravvicinato di Galabinov che beffa Micai autore, comunque, di una buona gara. Non sono bastate, dunque, le reti messe a segno da Rosina (doppietta) e Puscas che per un attimo avevano illuso il pubblico di fede biancorossa regalando loro la speranza di arrivare alle semifinali.
È lecito sottolineare la grinta e la tenacia con la quale i galletti hanno saputo annullare il triplice vantaggio novarese, ma è altrettanto doveroso evidenziare una prestazione non all’altezza delle aspettative: non si può concedere un tempo e mezzo al Novara, farsi schiacciare pesantemente e credere di poter meritare la massima serie (solo) per aver messo dentro gli ultimi tiri in porta. In superiorità numerica e con una buona fetta di tifoseria riconquistata il Bari, nei tempi supplementari, aveva tutte le carte in regola, in quel momento sì, per passare il turno: aveva il dovere di non mollare, di crederci fino alla fine, di resistere per dare una grande prova di orgoglio ai suoi tifosi ma non ce l’ha fatta. La società prima di puntare il dito sui giocatori dovrebbe fare un mea culpa per i tanti errori commessi, primo fra tutti un mercato di gennaio neanche degno di nota: promettere meno perchè i tifosi sono stanchi di veder vincere gli altri, fare qualcosa in più perchè gli unici ad essere da serie A, per ora, sono solo loro.
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