
Referendum, la data è finalmente pubblica. Sulla riforma costituzionale si voterà domenica 4 dicembre, dalle 7.00 alle 23.00. Così ha deciso il 23/09/2016 il Consiglio dei Ministri, su proposta del premier Matteo Renzi. E quindi, dopo una lunga pretattica, la campagna referendaria entra nel vivo. Ci attendono due mesi di fuoco, altro che autunno caldo, al termine del quale nulla sarà più come prima… o quasi.
Renzi apre ufficialmente la campagna per il Sì a Firenze, giovedì 6 ottobre nella sala del teatro Obihall, la stessa sala dove tre anni fa festeggiava la sua elezione a segretario del Partito Democratico. (Scaramanzia?) «La partita – commenta subito dopo l’annuncio – è tutta qui. Qui e ora. Chi vuole cambiare, ci dia una mano. Dandoci del tempo, chiamando un po’ di amici, facendo il volontario sulla rete o tra la gente. Oppure costituendo un comitato». È un appello a unire le forze, a convincere gli indecisi, e a mobilitare i tiepidi. In tutta evidenza, un appello rivolto innanzitutto ai militanti del suo partito. Scrive: «Ogni sforzo è importante. Può persino essere decisivo. La partita è adesso e non tornerà. Non ci sarà un’altra occasione. Sono certo che non la sprecheremo». Il 4 dicembre, insomma, si concluderà la madre di tutte le battaglie politiche della stagione renziana. Lo pensa lui stesso, in vena di primi bilanci: «Sono sempre più convinto – scrive nella sua e-news settimanale – che il marchio di fabbrica della nostra avventura sia quello di fare proposte, non di andare contro. Non l’ho fatto nemmeno con Travaglio in tv quando lui utilizzava parolacce e volgarità per descrivere la riforma costituzionale e interrompeva continuamente per impedirmi di parlare». E a chi lo invita ad alzare i toni, ribatte: «No, noi siamo diversi dagli urlatori di professione».
Referendum: Critiche e scetticismo
Le opposizioni “annusano lo scalpo al Governo” e si lanciano all’attacco. Per dirla come Matteo Salvini, «il 4 dicembre io voto No per licenziare Renzi». Oppure come Giorgia Meloni: «Finalmente gli italiani conoscono la data di scadenza di questo governo abusivo. Il 4 dicembre si vota per il referendum costituzionale e se vince il No, Renzi va a casa». Per Massimo D’Alema «se perde il referendum credo che Renzi non se ne andrà. Forse se prende una sveglia sarà un po’ meno arrogante». La battaglia diventa incandescente con il M5S, che contesta perfino la scelta della data senza consultazioni e avrebbe preferito votare subito. «Se avesse potuto – scrivono i parlamentari grillini – il Presidente del Consiglio ci avrebbe fatto votare a Natale o magari a Capodanno, nella speranza di scoraggiare la maggioranza degli italiani, che è a favore del No, a recarsi presso le urne e nel tentativo di arrivare a mangiarsi il panettone. Renzi sembra uno di quei prestigiatori del gioco delle tre carte che, pur di vincere, sono disposti a tutto, truccando le regole». Il movimento di Grillo è il vero nemico di Renzi, che gli riserva alcune parole al vetriolo: «Chiederemo sempre e comunque di confrontarci sul merito. Sta qui la nostra diversità. Non vanno attaccati quelli che dicono no, a prescindere, dall’Expo alle Olimpiadi, dalle riforme ai diritti: vanno lasciati fare. Dovrà essere chiaro che con il loro dire NO a tutto, l’Italia non ripartirà mai».
Battaglia sui social
“Per cambiare la Costituzione, per cambiare il Paese #bastaunsi #referendum“, scrive su Twitter Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera. A seguire quello del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5s) che con l’hashtag #IODICONO dice che scegliendo il 4 dicembre Renzi “prova ad allontanare la paura di andare a casa”. Come di consueto tra le conversazioni più gettonate quelle a suon di ironia e battute taglienti: nella top ten dei più retwittati il post dell’alias fasullo di Renzi – @RenzoMattei – sull’ipotesi di abolire il Natale in caso di vittoria del No, oppure quello di @Spinoza dove è postato – tramite @leomorabito – che tra i Santi venerati il 4 dicembre c’è San Sola. Il Premier questa mattina dal suo account twitter ufficiale fa sapere che:
«Il referendum è importante. Se vince il sì, si cambia. Se vince il no, rimane la palude per decenni. E tornano i soliti noti #rtl #bastaunsi»
La road map referendaria che percorreremo sui social network e sui media tradizionali è già ben tracciata, i trending topic che ci accompagneranno fino al 4 dicembre, ruoteranno tutti su questa decisiva consultazione popolare.
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