
Dopo la preapertura con la serata dedicata alla riscoperta della banda musicale, la 19^ edizione del Festival del cinema europeo di Lecce si apre con un omaggio al cinema italiano made in Puglia con l’anteprima nazionale di “Rudy Valentino” del regista gravinese Nico Cirasola.
La Puglia, quindi, protagonista della prima giornata del festival, quest’anno dedicato alla straordinaria figura di Cristina Soldano, scomparsa la scorsa estate, ideatrice e direttore artistico, assieme al figlio Alberto La Monica, delle passate 18 edizioni, di cui la prima tenutasi a Corato.
Interamente girato a Castellaneta, “Rudy Valentino” si avvale di un validissimo cast fondamentalmente pugliese. Accanto a Tatiana Luter, Alessandro Haber, Rosaria Russo e una meravigliosa Claudia Cardinale, il giovane Pietro Masotti, originario di Rutigliano, nelle vesti del protagonista Rodolfo Valentino, il coratino Luca Michele Cirasola e l’attore Nicola Nocella, anch’egli di Corato, reduce dalla candidatura ai David di Donatello come miglior attore protagonista per il film “Easy, un viaggio facile facile” di Andrea Magnani.

La troupe di “Rudy Valentino” al completo per la presentazione dell’anteprima, col direttore artistico Alberto La Monica
“Rudy Valentino” racconta il ritorno a Castellaneta, sua città natale, del divo del cinema muto Rodolfo Valentino, assieme a sua moglie Natacha Rambova, nell’estate del 1923. Qui, si imbatte in una troupe teatrale che sta cercando di metter su uno spettacolo proprio su di lui ed è così che realtà e finzione si mescolano ed interagiscono fra loro, assieme ai temi della nostalgia per la terra d’origine e il provincialismo, immaginando le vicissitudini del fascinoso seduttore del cinema nella piccola cittadina pugliese.
«È stato un grande lavoro con la partecipazione di tutti i collaboratori che ringrazio dal primo all’ultimo, in particolar modo Carmelo Patrono che ha curato la scenografia ma non è riuscito a vedere il film (scomparso nel novembre 2015 ndr)» ha dichiarato il regista.
Nei panni del divo, l’attore Pietro Masotti che ha vissuto il confronto con il personaggio che ha interpretato come un incontro «Conoscevo poco Rodolfo Valentino e interpretarlo è stato un incontro casuale, un’occasione per incontrare anche me stesso perché molto di questa storia aveva a che fare con la mia storia di uomo di quel momento». Ma nel film di Cirasola c’è un secondo Rudy, interpretato da Nicola Nocella che ha ricordato il grandissimo lavoro svolto da Cristina Soldano e la famiglia La Monica che ha spende tutte le proprie energie con dedizione per il festival ed ha poi rimarcato con emozione l’indimenticabile valzer di Verdi danzato con Claudia Cardinale in questo film. «Ho avuto anche la libertà e possibilità di confrontarmi con Nico e Alessandro per pensare insieme al monologo finale e questo è il senso di fare un film corale, dove c’è un mettersi in gioco da parte di tutti. Per me è stato il concetto del recitare nel senso più puro del “to play”».
Perché Rodolfo Valentino e perché il momento del ritorno in Puglia?
«L’idea del film nasce già nel 1992, il mio obiettivo è sempre stato quello di fare un film su Rodolfo Valentino – confida Nico Cirasola. – Su Valentino ci sono 350 biografie, una apparentemente scritta di suo pugno, ma sono tutte false perché costruite da Hollywood. Poi nel 1991 scoprii per caso, al festival di Berlino, aveva dedicato una rassegna a Rodolfo Valentino nell’edizione del 1979, che l’attore fosse stato in Puglia nel 1923. Notizia di cui non ho trovato traccia né nella Biblioteca nazionale né su nessuna delle nostre testate dell’epoca, se non un minuscolo trafiletto sul Corriere della Sera. Sono riuscito quindi a ricostruire tutti i passaggi del viaggio in Italia dell’attore, recuperando informazioni sul libro “Madam Valentino” (titolo completo: The Many Lives of Natacha Rambova di Michael Morris, ndr), biografia della moglie di Valentino in cui si evince che Rudy sia venuto davvero a Castellaneta, ma da solo. Cosa successe in quei giorni? Io l’ho immaginato. Il suo ritorno è fondamentale, come soprattutto la partenza, perché non c’è desiderio di ritorno senza una partenza».
Il suo Rodolfo, quindi, incarna il viaggio dell’emigrante del Sud, il sogno della popolarità, e i conflitti interiori di un uomo che ha nostalgia del suo paese d’origine e si ritrova a scontrarsi con la realtà.
«E il mio sogno era avere Claudia Cardinale (assente ma che ha inviato un video messaggio per il pubblico, ndr) nel mio film, realizzato grazie ad Alessandro Contessa e agli amici della Bunker lab e all’appoggio di Pasquale Squitieri».
Il film “Rudy Valentino”, in cui teatro e cinema rappresentano presente e futuro, sarà in uscita nelle sale cinematografiche a maggio, come annunciato dal produttore Alessandro Contessa, che ha aggiunto «Quando ho capito che per Nico era importante realizzare questo film ho deciso di accompagnarlo in questa esperienza, e penso che probabilmente Rodolfo Valentino avrebbe apprezzato la Puglia di oggi che punta sulla cultura, sui giovani e sul cinema».
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